venerdì, ottobre 03, 2008

E' tempo di morire...

Dopo poco più di due anni dall'apertura e quasi 3 mesi dall'evento che ne ha di fatto decretato la fine, questo blog chiude i battenti.
Già sapevo che, nato un una oziosa mattina di allegra bigiata, non solo avrebbe lasciato il tempo di allora, ma avrebbe vissuto il suo, di tempo, fintantochè le condizioni al contorno sarebbero rimaste (le)tali.
L'epoca accademica est terminé. Niente più scleri per esami di corsi improponibili o appunti irrimediabili. Niente più libretti, pause pranzo ai giardini rocciosi con panino e mela o code inteminabili in segreteria studenti.
Non è una presa di coscienza o un semplice dato di fatto: l'immagine in copertina parla chiaro e mi dice che qualcosa sta cambiando. Ho bisogno di più ordine per essere più efficiente e, purtroppo, il prezzo da pagare è un'immancabile perdita di fascino nel quotidiano e incertezza dovuta alla dipendenza dalle condizioni iniziali. Che rimane, sia ben inteso, ma su scale maggiori.
In momenti più o meno ufficiali, alla domanda "cosa ti rimane di questa tua esperienza universitaria?" con un po'di esitazione in quanto era un'altra la domanda a cui mi ero preparato, risposi, con tono fermo e mente lucida dopo il terzo mojito, "la conservazione dell'energia, nella maniera più assoluta il principio di conservazione dell'energia". Già, che bel concetto... Semplice, elementare e micidiale, ma al tempo stesso con la potenza del riscatto, ché tanto prima o poi la ruota gira, tutto si rimette in gioco poichè nulla si crea nè tantomeno si distrugge.
Cosa mi rimane di questo spazio? La soddisfazione di aver messo in un posto accessibile istantanee della mia esistenza che altrimenti sarebbero andate perdute nel tempo come lacrime nella pioggia.
Qui invece rimarranno così come le lascio ora, per ritrovarle intatte quando avrò nostalgìa dello studentello sognante o quando vorrò farmi due risatine alle mie spalle cercando di ricostruire le varie cryptiche o per riassaporare quello stato di delirio da disordine, comoda scappatoia ad una realtà inaffrontabile.




P.S.
La domanda attesa era: "E adesso che sei laureto che lavoro andrai a fare?"
E la risposta sarebbe stata: "Ehi! Sono giovane, ho la salute. Che me ne faccio di un lavoro?" (t=2min.10s)