giovedì, novembre 30, 2006

martedì, novembre 28, 2006

Tra la Delusione e lo Sconforto


A volte amo dire che "la realtà non è mai come te l'eri immaginata" e quando bisogna fare i conti con un'aspettativa sono di più le volte che ritorno a casa deluso.
Per me è sempre stato così: quando mi aspetto qualcosa di buono da un film o un concerto, una persona o un evento, troppo spesso finisco per rimanerci male perchè quel qualcosa non è stato come me l'ero immaginato.
E nella stessa misura i frangenti di vita che apprezzo di più sono proprio quando si verifica una situazione imprevedibile, incalcolabile: gli aspetti più misteriosi della casualità.

Dieci giorni fa sono andato con una cara amica a vedere dal vivo gli Assalti Frontali che si esibivano per la prima volta a Torino dopo l'uscita del loro ultimo disco "Mi sa che Stanotte...". E' più o meno da 7 mesi che aspettavo quel momento, gli Assalti sono uno dei miei gruppi preferiti e le due volte che li ho visti dal vivo hanno veramente spaccato. Il disco non è che mi dispiacesse più di tanto, ma mi ero ripromesso un giudizio definitivo quando li avrei visti dal vivo. Ebbene, è stata una quasi completa delusione: basi elettroniche uguali identiche a quelle del disco, qualche variazione, accettabile per un gruppo esordiente ma non per chi fa musica da 15 anni. Poche canzoni dell'album "Banditi" (il loro migliore) con basi ridicole, una sola da "Conflitto" e nemmeno la più rappresentativa.
Buona l'idea di regalare un paio di CD dal palco dicendo "Però lo devi masterizzare ad almeno 10 amici" ma, in fondo, avrebbero potuto far pagare meno il biglietto (5 euro per un centro sociale mi sembra un controsenso!!).
Niente, aspetterò un ultimo disco per considerarli ancora in pista, altrimenti l'unica cosa che rimarrà degli Assalti, oltre ai dischi e i ricordi dei concerti fatti con i Brutopop, sarà la maglietta che ognitanto indosserò nei giorni di inkazzatura sociale.
Come oggi:

Paranoia e Potere, Atto II

Il grafico qui sopra riassume cosa è successo dopo la chiusura delle urne delle elezioni politiche 2006: partiti con un margine di 5/6 punti, in accordo con tutti i sondaggi fatti in campagna elettorale, la coalizione di centro-sinistra è arrivata a vincere con 25 mila voti di scarto. Meno dello o,1%.Se fosse vero che le due coalizioni effettivamente si sono giocate le elezioni per un margine così misero mi sembra logico pensare che le due curve si sarebbero dovute intersecare più volte lasciando intendere fin da subito che si era di fronte a una situazione di sostanziale pareggio.
Se si aggiunge il fatto che nella storia delle elezioni politiche il numero di schede bianche è sempre stato tra il 3% e il 5% (circa un milione-milione e mezzo) distribuito in maniera assolutamente non uniforme tra le regioni e che nelle politiche 2006 non solo il numero di schede bianche è drasticamente diminuito (c.a. 500.000) ma si è anche uniformato tra le regioni e tale crollo delle schede bianche corrisponde all'avanzamento di un partito rispetto alle prime proiezioni, beh, signore e signori, qua siamo di fronte a un caso di brogli elettorali dalle dimensioni inaudite!!
Se non si era capito ho appena visto questo film e, di nuovo, è stata una delusione. Mi aspettavo chissà quale capolavoro di inchiesta giornalistica o ricerca statistica, interviste in cui l'intervistato è messo spalle al muro, un'inchiesta che dimostrasse chi, come cosa e il perchè di questi fatti.
E invece cosa trovo? Niente di più di quello che si sapeva già e che ho riportato in questo post, un'interessante intervista a un programmatore americano che dimostra che è possibile fare un programma che trucca le elezioni (ma dai, pensavo fossero cose da fantascienza!) e un azzardata ipotesi di comparazione tra le politiche 2006 e la strage di portella delle ginestre. E niente di più.
Ma sant'odio poteva almeno fare un'intervista a Pisanu o a un Prefetto qualsiasi o a un dirigente della ditta che ha gestito la trasmissione elettronica del voto? Poteva soffermarsi un po' di più e spiegare per bene i dubbi che hanno portato alla realizzazione di questo "docu-thriller" in modo che anche al più scettico dei berluscones venisse il sospetto che non tutto fosse andato per il verso giusto?
Poteva spiegare perchè i leaders della sinistra non hanno pronunciato una sola parola sull'accaduto?
Poteva perlomeno evitare quella sceneggiatura ridicola da gola profonda e discernere i fatti accaduti dalle ipotesi legittime?
A quanto pare no, e adesso l'accusatore passa per accusato, com'è immaginabile per chi la spara troppo grossa.
E della vicenda gravissima chi se ne occuperà adesso?
Ah, ma cosa importa, si attende il bollettino medico del banana, il papa è in Turchia, i servizi segreti russi, gli acquisti per natale...

mercoledì, novembre 22, 2006

Un Chimico


Solo la morte m'ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m'ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l'amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l'amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile.
Cosa c'è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare
guardate l'ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d'amore.
E qualcuno dirà che c'è un modo migliore.

F. DeAndré



(...orgoglio della comunità scientifica subalpina
anche a 150 anni dalla sua morte )

venerdì, novembre 17, 2006

I'm Just Going to Grow Up!!


If It's true that
"the difference between a man and a boy
Is the price of his Toy",
today I'm feeling
a little bit more mature.

I only hope that someone, see above, does not make jealous itself
if I leave it for a 25 years more young girl...

domenica, novembre 12, 2006

Another Love Post...

Nella mia vita, che ci crediate o no, le donne sono sempre state una costante.
Anzi, per essere più precisi, le donne sono sempre state un rumore. Non nel senso che sono fastidiose da sopportare, come in alcuni casi effettivamente è o è stato, ma nel significato rigoroso del termine: dovessi fare l'analisi di Fourier degli esseri umani di sesso femminile in funzione della mia vita troverei una vasta gamma di frequenze, da poche ore a mesi, forse in qualche raro caso anni, relative ai periodi in cui la mia esistenza è stata in qualche modo influenzata dalla presenza di una donna. Ovviamente, trattandosi di rumore bianco il valore medio è nullo, questo mi sembra evidente, ma ci sto lavorando per trovare una linea spettrale con la quale entrare in risonanza.
Tra tutte, comunque, devo ammettere che con una sola c'è stato vero sentimento, con sola una ho vissuto la vera passione. Sarà un dettaglio da omettere, sarà stato uno scherzo del destino, sarà che ho ancora una visione post-adolescenziale per cui "L'aMMORE è una scoreggia nel cuore" ma è un vero peccato che si trattasse di due persone diverse...

mercoledì, novembre 08, 2006

Lode All'Essenzialità. Ovvero ecco un Buon Lavoro di Sintesi di un Ottimo Capolavoro Sintetico

A volte un silenzio può essere assordante.
A volte mancano le parole o non si riescono a trovare o proprio non ci sono.
A volte ne basta una sola ...






P.S.
Questo post è nato grazie al prezioso contributo tecnico del mio fratellino, che, comunque, se chiedesse prima di postare sul suo blog materiale preso in giro o se ne citasse perlomeno la fonte, magari, sarebbe anche meglio.

sabato, novembre 04, 2006

La mia Vespa

Casco allacciato, tolta la catena, inforcata la sella, tira la leva dell'aria se il motore è freddo, fai saltare il cavalletto tenendo saldamente la presa sul manubrio, in bilico sul piede sinistro e il destro sulla pedivella d'accensione. Un colpo secco, due , massimo tre. Dopodichè rassegnazione, busto piegato in avanti, come in adorazione, braccia tese e spinta di gambe. Dopo setto o otto passi girare in seconda, sentire la ruota sfregare con l'asfalto per mezzo metro e poi il motore che gira. Allora si apre il gas e si spinge più forte aspettando lo scoppio di partenza. Salto in sella con movimento atletico, una sbirciata allo specchietto e si va: anche stanotte riuscirò a tornare a casa.
Da piazza Bodoni mi lascio alle spalle il conservatorio passando per via Mazzini, ripercorrendo paradossalmente la strada fatta a piedi dai muri per andare a recuperarLa.
Strana serata, con incontri inconsueti e insperati. Stavo per uscire dal locale e tornarmene mestamente a casa quando incrocio qualcuno che mi dice che mentre entrava sperava di incontrarmi lì. E allora mi fermo, vediamo come procede: giro di cocktail. Rifiuto, non mi va di bere, sono le tre passate, domani si va al cimitero a trovare i parenti defunti. Chiacchiere scorrelate, niente discorsi impegnati, il piacere puro della spontaneità. La sala da ballo è inarrivabile, e, comunque, mi sono già scatenato quanto basta fino a una mezz'oretta fa', io che non ballavo ed ero un duro...
L'istinto mi dice di rimanere, ma devo proprio andare. Giro di saluti. Raggiungo la Vespa in piazza Bodoni camminando per una Torino silenziosa e solitaria con passo spedito. Penso alla serata trascorsa: forse mi sarei dovuto fermare ancora un po', chissà. Forse.
Poi le curve di viale Thovez, la pendenza che mi rallenta, il gelo che entra nei vestiti e arriva alle ossa; non più lampioni ma solo il mio fanalino. Non fosse che la conosco a memoria questa strada, col cavolo che terrei l'acceleratore così aperto. A metà salita un sussulto, un singhiozzo: il motore si sta fermando. Mano in mezzo alle gambe a cercare il rubunetto della benzina: un quarto di giro a sinistra sperando che sia solo da mettere in riserva. Niente paura, passa subito: sto viaggiando su 35 anni di storia, solo in questo modo potranno fermarla. Con lei ho una relazione che dura da quando avevo 10 anni: si andava dai nonni la domenica e dopo pranzo chiedevo se potevo metterla in moto, poi facevo un giro nel cortile e imploravo che mi permettessero di uscire sulla strada. La prima volta che la usai sul serio, fino in centro paese: non avevo mai ingranato la terza marcia, a quella velocità mi sembrava di volare. Poi le litigate quando mi lasciava a piedi perchè si rompeva il filo della frizione o bucavo o non ne voleva sapere di accendersi perchè le candele avevano preso acqua. Quando giocavo a fare il bandito e ci portavo qualcuno senza il casco con la raccomandazione di gettarsi dalla sella se si fosse avvistata una pattuglia delle forze dell'ordine, quando il Toro tornò in serie A e con il mio compagno di motori e tifo andammo in "pellegrinaggio" a Superga passando dalla panoramica del Pino e ci fermarono le guardie forestali, quando i civic mi fecero una multa di 37 mila lire perchè non avevo con me il libretto originale, quando tornavo tardi la sera che non avevo ancora la patente per la macchina, le curve di viale Thovez, la pendenza che mi rallentava, il gelo che entrava nei vestiti e arrivava alle ossa e mi mettevo ad urlare a squarciagola per scacciare il freddo...