mercoledì, giugno 28, 2006

C'era una volta Sergio...




Ieri sera ho avuto la fortuna di assistere a un grande spettacolo: la proiezione in una sala cinematografica di uno dei più bei film di tutti i tempi firmato da uno dei personaggi italiani più conosciuti e apprezzati all'estero.
Ad aprire la rassegna cinematografica di Piemonte Movie è stata la versione mai proiettata al cinema di "C'era una volta il West", con la splendida Claudia Cardinale e 400 metri di pellicola in più.
Non avevo mai visto un film di Sergio Leone sul grande schermo e sono rimasto più che affascinato dai suoi leggendari primissimi piani, ma quello che ha reso indimenticabile la serata è stata la presenza in sala dello scenografo Carlo Leva e della signora Leone che, con le loro testimonianze e i loro aneddoti su Sergio, hanno reso l'evento più unico che raro.
Veramente spettacolare.

sabato, giugno 24, 2006

chi non salta un monarca è!!!

"Dai, dai cúnta sú,
ah beh, sì beh,
dai cúnta sú, ah beh, sì beh...
Ho vist’ un rè.
Se l’ha vist cus’è?
Ho visto un rè!
Ah beh, sì beh, ah beh, sì beh...
Un re che piangeva seduto sulla sella,
piangeva tante lacrime...
ma tante che
bagnava anche il cavallo
Povero re!
...e povero anche il cavallo!
Sì beh, ah beh, sì beh, ah beh..."

Assolutamente anti-monarchico, fin dai tempi in cui si scoprirono quelle belle canzoni molto politically, per niente correct.
Peccato che gli abbiano già fatto terminare la villeggiatura in quel di Potenza, magari qualche notte ancora e avrebbe imparato a scendere dal letto, l'unico castello può permettersi di reclamare...

giovedì, giugno 15, 2006

Gay Pride? Gaffe Pride!

Il prossimo fine settimana Turin sarà il palco-osceno di due importanti avvenimenti: il Gay Pride e l'EuroVespa. Devo ammettere di essere un po' amareggiato per l'attenzione che la stampa riserva al primo rispetto al mutismo dedicato al secondo. Lo trovo una gratuita ingiustizia nei confronti di chi si fa migliaia di chilometri su pezzi di storia per partecipare alla più originale delle sfilate motoristiche.
Con la mia vespa 50 (eh eh...) del 1971 mi ritenengo appartenente al popolo dei vespisti: scriverò quindi su questo blog qualcosa con tematiche connesse al Gay Pride sottolineando ancora una volta la natura caotica e irrazionale degli esseri umani.

Questa storia fa riferimento a fatti e personaggi realmente esistiti.
C'era una volta la mia compagna di classe Margherita che un bel giorno decise di andare a vivere a Torino con la una compagna di corso di cui non ricordo più il nome. La casa molto carina si trovava dietro il PAM di corso Massimo a due minuti in bici dalla facoltà di medicina e chirurgia che entrambe frequentavano e a un isolato dalla palestra di karatè che i miei vicini di casa frequentavano.
Per titrare sù qulche soldo in quel periodo ero solito accompagnare i due vicini di casa a karatè e, per non aspettare in macchina solo come un cane o, peggio ancora, per non sorbirmi un'ora di arti marziali infantili e relative madri casalinghe degli infanti, spesso andavo a prendere un caffè dalla mia amica Marghe e dalla sua "conqui" di cui non ricordo il nome.
Ciò che sto per raccontare accadde un bel pomeriggio di maggio, una di quelle giornate bellissime in cui ti senti leggero e spensierato come un ventunenne e non pensi che da un momento all'altro potrebbe accadere qualcosa di drammatico. Mi pare fosse un mercoledì, e come ogni mercoledì i due pupilli dovevano essere trasportati a karatè e io già pianificavo l'operazione :"li lascio davanti al cortile, parcheggio l'auto sotto casa di Marghe con i lampeggianti, così, casomai passasse un civic non mi fa la multa..." Citofono. "Sono Luca, Marghe c'è?" Risposta :"No, ma sali lo stesso che ti offro un caffè". Devo dire che la "conqui" di cui non ricordo il nome era proprio simpatica e molto alla mano. Entro saluto la "conqui" di cui non ricordo il nome la quale mi presenta a sua volta una sua amica di cui pure non ricordo il nome. Due chiacchiere di circostanza e salta fuori che l'amica della "conqui" di cui non ricordo il nome sarebbe andata alla festa che la sua sqauadra di calcio aveva organizzato per la promozione in serie B. Il discorso mi sembra interessante, anche se non ne colgo le potenziali insidie e, cercando di sembrare il più simpatico possibile "Wow, giochi a calcio femminile? Sei la prima ragazza che conosco che gioca a calcio! Toglimi una curiosità, se i giocatori di calcio maschile se la spassano con le veline, voi ragazze ve la spassate con i divi dello spettacolo?" Risponde la "conqui" di cui non ricordo il nome anticipando la risposta dell'amica che avevo conisciuto giusto 2 minuti prima: "Beh, non proprio, più che altro se la spassano tra di loro..." e io, cercando ingenuamente di guadagnare ancora qualche punto simpatia: "Oh Oh, Lesbicone!! Tu non sarai mica una di quelle, spero?"
Gelo. Silenzio. Brividi.
Vedo la "conqui" di cui non ricordo il nome cambiare espressione e la sua amica arrossire dietro un sorriso appena accennato e, nell'imbarazzo più totale sussurrare qualcosa che mi fa sprofondare di 10 metri nella sedia su cui ero seduto, mi sento affogare nella tazza di caffè che avevo in mano, qualcuno mi lanci un salvagente!!
Me la cavai tutto sommato ancora bene cercando di riparare l'irreparabile sostenendo di essere per la totale libertà delle scelte individuali e che l'importante era l'amore e non il sesso della persona amata...
A due anni di distanza questa storia mi fa ancora sorridere e mi piace raccontarla per fare della facile autoironia che, in fondo, e' l'unica arma ho per sdrammatizzare certe situazioni.

martedì, giugno 13, 2006


Ieri mattina sorella morte ha fatto visita a mio Nonno.
Si è alzato presto, è andato sul balcone a guardare il tempo e la sua vigna nelle langhe poi è tornato nel letto, ha spento la luce sul comodino ed è stato stroncato da un edema polmonare.
Buon meritato riposo, Nonno.

venerdì, giugno 09, 2006

Everything Sux Today

Ci sono giorni e giorni. Giorni in cui ti svegli pieno di vita e affronti la giornata con entusiasmo anche quando apri le finestre e ti accorgi di aver messo la sveglia un ora prima del dovuto e giorni in cui ti svegli gia' stanco senza uno stimolo particolare che ti faccia alzare dal letto...
Oggi mi sento piu' appartenente al secondo modello, non c'e' niente che vada male, ma non c'e' nemmeno niente che vada al meglio, cosi', alla domanda "come stai?" risponderei "medio", come avrebbe risposto il Vecchio Alex, presunto alter-ego di tempi passati.
In realta' questo stato in cui mi trovo stamane e' dovuto a quello che mi e' successo ieri pomeriggio: la cerimonia della consegna delle borse di studio ai figli dei dipendenti FIAT, che, come del resto mi accadde anche l'anno scorso, mi fa precipitare in uno stato profondamente riflessivo.
"Noi contiamo su di voi nuove generazioni di ribelli" cosi' veniva cullata la mia post-adolescenza, e i vari "voi" rispondevano ognuno a modo suo senza dover presentare un curriculum delle proprie attivita' .
"Complimenti a tutti voi per essere qui a festeggiare i vostri importanti risultati, noi siamo molto interessati a voi (futuri dipendenti, ndr) che siete la creme, la futura classe dirigente", questo piu' o meno lo stesso discorso che anche quest'anno ha fatto un top-meneger amministratore delegato gran testa pensante... "Bisogna vedere se noi siamo interessati a voi" cosi' avevo risposto l'anno scorso a un capo del personale. Quest'anno invece mi sono spinto anche oltre.
Dopo aver "visitato" (manco fossimo una comitiva di turisti in un museo...) le linee di produzione di Grande Punto, Thesis e Multipla, dopo aver fatto qualche giro in pista sui nuovi modelli del gruppo (Brera e Grande Punto) e dopo aver visitato il nuovissimo e luccicantissimo "MotorVillage" di Mirafiori, dopo aver aspettato piu' di 40 minut l'inizio della cerimonia in un salone con 2 schermi giganti sui quali venivano proiettati incostantemente immagini e filmati del gruppo, il top-meneger amministratore delegato gran testa pensante di cui sopra ha aperto la cerimonia autoparagonandosi ad un prete durante l'omelia della messa per i ragazzi.
Il discorso pieno di belle parole sul gruppo, sugli obbiettivi, sulle sfide sui nuovi modelli... e, infine, l' immancabile la domanda "So che avete provato le nostre automobili, che ve ne pare? E' vero o no che sono proprio belle?"
Mi e' venuta in mente quella volta che mio nonno, mettendo il carburante nel trattore mi disse: "Questo trattore va be bene, anche la mia macchina va bene, ma hanno lo stesso problema: se non ci metti la benzina 'a van nen!" cosi', al momento della consegna degli assegni, stringendo la mano al top-meneger amministratore delegato gran testa pensante gli sussurro qualcosa tipo: "Non servono modelli nuovi, servono modelli innovativi: le automobili che ho visto oggi sono ancora tutte alimentate con derivati del petrolio, i motori termici sono tecnologie del secolo scorso e hanno un basso rendimento, quand'e' che farete automobili ecologiche che non emettono micropolveri e sono indipendenti dagli aumenti del prezzo dei preziosi barili?"
La risposta e' stata: "Bravo, hai detto una bella cosa ridilla nel microfono" e poi, a proposito del mio discorso "Ieri su 'La Stampa' ho visto una foto di Pechino piena di smog, le nostre auto inquinano di meno, e poi l'auto ecologica ce l'abbiamo gia', si chiama Panda Eco."
Ottimo, non era questo il mio discorso, ma, come si suol dire, lasciamo stare....

lunedì, giugno 05, 2006

Basta!!!

Quante notizie come questa dovremo ANCORA sentire prima di vedere la parola "fine" su questa triste storia?
Quante fiaccolate pacifiste dovranno ANCORA essere organizzate per ribadire il nostro rifiuto alla guerra?
Quante altre prove dovranno ANCORA essere inventate per giustificare la presenza dell'esercito italiano?
Quanti talk-show dovremo ANCORA sorbirci prima che i nostri governanti, nuovi o vecchi che siano, ammettano il madornale errore e ci tirino fuori da questo pantano?
Che ci pensi Giorg Babbeliù a risolvere 'sto casino, che ce la metta lui la sua bella faccia da middleclass perbenista e bigotta davanti alla comunità internazionale.
E voi uomini politici di sinistra: lo avete messo nel programma elettorale? Bene io (e non solo) vi ho votato anche per questo; dimostrateci che c'è differenza tra voi e i vostri ex avversari elettorali, dimostrateci che siete persone d'onore che mantengono la parola data.
Basta con le stronzate sul rifinanziamento per "organizzare il rientro", previsto per ottobre o gennaio 2007 o chissà quando. Lo scorso week-end millioni di italiani sono andati a farsi il bagno al mare e sono rientrati tutti insieme domenica sera per essere al lavoro lunedì mattina: volete farmi credere che ci vanno 6 mesi per far rientrare 3000 soldati?? Non la bevo.
Stavolta inventatevi qualcosa di più credibile, prima però andate in ginocchio a casa dei parenti di Alessandro Pibiri e spiegategli che è morto per il bene della nazione.
Se ne siete capaci.

Mi sa che 'sto disco...





Ho comprato l'ultimo uscito degli Assalti Frontali giovedì e dopo quasi una settimana che lo ascolto a rota proverò a dire cosa ne penso.
Il titolo del disco mi faceva ben sperare, mi aspettavo un album con sonorità e liriche "notturne" come era "banditi", di 8 anni fa, il primo uscito con una casa discografica vera, non autoprodotto, con ottime basi firmate da Ice-One e testi mozzafiato: uno dei dischi più preziosi che ho.
Questo disco non volta sicuramente le spalle alle origini antagoniste della posse, a cominciare dalla copertina, un remake in chiave italo-rap di una immagine di malcolm X, ma non mi convince del tutto.

Ascoltandolo per la prima volta il pensiero è stato "Mi sa che Militant-A ha finito le cartucce da sparare, si sente che ormai ha perso i colpi: questo disco è lontano kilometri dai bei tempi di Conflitto...". Le basi, curate da uno studente del conservatorio, sono una gran novità, si sente poi la mano esperta di Max Casacci dietro le quinte. Alcune sono veramente ben fatte e spaccano, altre invece... lasciamo stare.

I testi tutto sommato non sono poi così male come ho pensato appeno ho fatto girare il cd nello stereo, ma non hanno nulla a che vedere con le liriche di Banditi, Conflitto o Terra di Nessuno in cui si sentiva che ogni parola era pesata e ogni rima aveva un significato, una sua storia. Anche se non riesco a digerire alcune rime banali e orribili tipo "che stress i ross" oppure "in autostop ascoltando musica hip-hop", ascoltando bene ho ritrovato qua e là un po' del vecchio stile di fare rap tipico degli Assalti.

Insomma, per capire cosa ne penso di questo disco dovrò vederli dal vivo appena tornano a Torino, nel frattempo mi studio bene il disco e vado a sentirmi i concerti che posso. A proposito, giovedì sera sono andato a sentire gli "Après la Classe" e mi sono divertito un casino e venerdì sera suonano a Moncalieri i "Linea 77"!